Sermone di Sua Beatitudine il Patriarca Al-Rai di Bkerke

Il patriarca maronita, Mar Bechara Boutros Al-Rahi, nel suo sermone domenicale, ha affermato che:

“se i nostri funzionari avessero avuto una cultura del servire, non avrebbero portato il nostro paese al crollo delle istituzioni costituzionali, della sovranità esclusiva sulla terra e dell’economia con tutti i suoi settori e tesori, e non avrebbero messo i cittadini in una condizione di fame e bisogno. La classe media, che era il pilastro della stabilità nella società libanese e l’80% del nostro popolo è stata colpita a tal punto da ridurre la metà del popolo libanese al di sotto della soglia di povertà.

Il Patriarca ha evidenziato nel sermone che “la politica è l’arte di servire il bene comune, e quindi il valore dei governanti sta nel salvare la società, essendo loro incaricati di gestirla, non di affogarla con crisi inventate. Il criterio della saggezza è nel dialogo e nell’accordo, non nella divergenza e nell’approfondimento del disaccordo” e ha osservato che “a meno che i funzionari non si attengano a queste regole, esporranno il paese a un collasso maggiore. Lo stato libanese, che è stata la nazione di maggior successo in Medio Oriente e nel mondo arabo, non ha bisogno di mediazione, sforzi e pressioni per formare un governo, ma piuttosto buona volontà nazionale e senso di responsabilità, e rispetto per la costituzione.

Il patriarca si è rivolto a loro dicendo: “Funzionari, il governo non è vostro, ma per il popolo. I ministeri non sono per voi, ma per le persone. Il giudizio non è per voi, ma per le persone. Le istituzioni non sono per voi, ma per le persone”.

“Basta condizioni che non servono la patria e i cittadini, e che servono invece gli interessi dei politici ”, ha affermato poi il patriarca, che “questi sono i motivi che ci hanno portato a chiedere lo svolgimento di una conferenza internazionale per il Libano, e a dichiarare l’imparzialità del Libano ”.
Ha continuato poi dicendo che “La pratica politica conferma che il Libano, non uscira mai dal suo stato di crisi attuale senza una conferenza internazionale che dichiari la sua neutralità.
Al di fuori di questo percorso, il Libano continuerà a uscire da una crisi all’altra, da una guerra all’altra, da un fallimento all’altro, e dà l’impressione di essere un popolo che non sa come governarsi “.

Ha aggiunto:” questo è l’obiettivo di coloro che impediscono la formazione del governo e la ricostruzione dello Stato “.

Al-Rahi ha ritenuto che “la responsabilità delle Nazioni Unite e dei paesi amici è di approfondire la questione libanese e identificare la soluzione.
È vero che abbiamo bisogno di un governo, ma dobbiamo risolvere i problemi e i conflitti che impediscono al Libano di essere uno Stato normale.

Ha aggiunto: “Contestiamo chi impedisce la formazione del governo e la libertà di tenere elezioni parlamentari e presidenziali,  l’attuazione della costituzione, distorce il concetto di patto nazionale, chi interrompe il sistema democratico e impedisce che venga stabilita la sovranità dello stato attraverso il suo esercito. Contesiamo chi impedisce di riportare i siriani sfollati nel loro paese e risolvere la questione dei rifugiati palestinesi sul suolo libanese “, sottolineando poi che” la maggior parte di questi ultimi richiedono assistenza internazionale perché la loro fonte e il loro riferimento non sono libanesi, ma piuttosto questo problema ci è arrivato a seguito di conflitti arabi, regionali e internazionali che hanno sfruttato le nostre assurde divisioni.

Le convenzioni delle Nazioni Unite e il suo regolamento interno sono piene di articoli che consentono la convocazione di una conferenza per risolvere questi problemi. Lo svolgimento di questa conferenza deve essere accelerato, perché il ritardo è diventato una minaccia per il Libano, che insieme ha costruito il modello di stato civile in questa zona d’Oriente, e merita l’impegno delle Nazioni Unite.

Al-Rahi ha ringraziato i leader del Regno dell’Arabia Saudita per aver nuovamente consentito ai camion libanesi di entrare nelle loro terre, sperando che riconsiderino anche la decisione di vietare l’importazione dei  prodotti agricoli, viste le ripercussioni negative sul popolo libanese in particolare.

Ha aggiunto: Dopo parecchia insistenza da parte nostra, lo stato libanese ha iniziato a irrompere nelle tane dei contrabbandieri e trafficanti di droga considerando che “è dovere dello Stato combattere seriamente l’epidemia sanitaria e sociale ed estendere la sua autorità sulle piazze e sulle regioni dove le milizie armate proteggono la coltivazione, lo spaccio e il traffico di droghe.

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